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domenica 25 agosto 2013

SCAMBIO SUL POSTO: PROPOSTA DALL’AUTHORITY UNA NUOVA TASSA ANCHE SE NON SI USA LA RETE PUBBLICA

Come aveva anticipato nella famigerata delibera 570 del 23 dicembre 2012, l’Authority (AEEG) nel maggio 2013 ha purtroppo inflitto due nuove stangate al nostro SSP (Scambio Sul Posto) e precisamente :

1) Ha approvato la riduzione degli acconti per lo SSP (diminuzione del coefficiente di calcolo α ... poi vedremo come)

2) Ha messo nero su bianco l’intenzione di far pagare i costi generali (componente tariffaria A) della rete elettrica agli Utenti SSP, anche quando non si servono della rete pubblica per via dell’autoconsumo ISTANTANEO, direttamente dal proprio tettoFV all’elettrodomestico.

Per l’esattezza il 2  e il 16 maggio 2013 AEEG ha diffuso due documenti, il DCO 183 (si trova QUI ) e il DCO 209 (si trova  QUI).

L’istruttivo titolo del DCO 183 è questo :
“QUADRO DEFINITORIO IN MATERIA DI RETI PUBBLICHE, SISTEMI DI DISTRIBUZIONE CHIUSI E SISTEMI SEMPLICI DI PRODUZIONE E CONSUMO. ORIENTAMENTI FINALI

Cosa ha formalizzato l’Authority in questi documenti ?

Ha detto che, per non discriminare i clienti elettrici tradizionali, noi che abbiamo lo SSP dovremo pagare gli oneri generali di sistema e di misura (componenti tariffarie A).

Attenzione !!!,  non solo sull’energia eventualmente scambiata, ma anche per quella autoconsumata (non scambiata), come se durante il nostro autoconsumo immediato avessimo utilizzato la rete pubblica, anche se non è vero.

Letteralmente a pag. 2 del DCO183 si legge: “…l’intenzione dell’Autorità è di orientare la propria regolazione a un principio di non discriminazione, con riguardo all’erogazione dei servizi di connessione, misura, trasmissione, distribuzione, dispacciamento e vendita nonché all’applicazione degli oneri generali di sistema nel caso dei SSPC...”

Una persona normale potrebbe obbiettare all’AEGG che il cavo, che dal nostro impianto FV entra nella nostra abitazione, costituisce solo una mini-rete privata, e quindi il DCO183 non è applicabile, dal momento che il provvedimento, come dice il titolo che abbiamo riportato apposta,  riguarda le RETI PUBBLICHE...

AEGG giustifica la sua “sana” intenzione sostenendo che, anche se noi USSP non utilizziamo sempre la rete pubblica, purtuttavia godiamo della sicurezza di trovare la rete pubblica sempre pronta a darci  tutta l’energia che ci serve. La rete pubblica rappresenta perciò una SICUREZZA, ed è da pagare!!!

E come?

Secondo AEEG questa sicurezza va pagata facendo installare (a nostre spese beninteso) un nuovo contatore che registri tutta l’energia prodotta dal nostro impianto, facendoci sborsare poi sulla intera  energia  così misurata, gli oneri generali di sistema. Naturalmente questo comporterà in sovrappiù, che poi noi paghiamo a Enel (o a altro distributore locale), anche il servizio di connessione, misura, e trasmissione dei dati rilevati dal nuovo contatore aggiuntivo (chi ha un Conto Energia sa già a cosa mi riferisco, gli altri lo impareranno andando in Posta a pagare i suddetti oneri).

Contatore aggiuntivo che però i clienti tradizionali delle imprese di vendita non hanno, e quindi diversamente da noi non lo pagano.

C’è da domandarsi a questo punto,  chi sarebbe allora il vero discriminato ?

Inoltre, se vale il principio che un servizio in rete va comunque pagato per averlo sempre a disposizione, allora perchè a tutti non dovrebbero fare pagare l’autostrada anche quando NON la usano? in fin dei conti la rete autostradale è collegata alle strade ordinarie ed è sempre lì pronta ad essere percorsa secondo l’occorrenza della gente!
Che dire poi delle Ferrovie  o semplicemente delle pompe di benzina ?

Invece la tassa sulla disponibilità di un servizio a nessuno è chiesta, eccetto a noi dello SSP.

AEEG lascia anche intendere che la rete elettrica è quel che è, e abbisogna sempre di manutenzione e i soldi non bastano mai....

Ma allora, com’è che il gestore della rete elettrica pubblica (per es. Terna S.p.A.) continua ad aumentare utili, da distribuire ai suoi azionisti, anziché adeguare e potenziare la rete ?
Com’è che Terna S.p.A., nel primo semestre 2013 ha accresciuto straordinariamente sia utili (+18,8%) che ricavi (+7,3%), malgrado la recessione abbia diminuito notevolmente il trasporto di energia elettrica?  (la fonte è QUI)
Da dove vengono questi enormi profitti, se non da tariffe fin troppo esose?

Il colpo a cui sta pensando AEEG contro l’SSP equivarrebbe ad una tassa mascherata e retroattiva per tutti coloro che virtuosamente hanno investito i propri soldi in impianti rinnovabili per i propri autoconsumi (dal piccolo impianto familiare al grande impianto industriale), ma che vedono cancellato con un colpo di spugna l’attesa e sacrosanta protezione del loro investimento (tratto da: qualenergia.it-clicca QUI).

Olga, una amica  della provincia di Viterbo il 20 agosto ha scritto al Blog : “...se non si fa il primo passo (per reagire, ndr) non succederà nulla anzi.. finiranno con il rovinarci del tutto!”

Non basta che tasse, oneri di sistema e servizi di rete e misura, già ci pesino mediamente (cioè senza tener conto della Quota pro-die individuale) per il 46% in bolletta?  [fonte : www.qualenergia.it]
Evidentemente no,  dato che quei bravi ‘studiosi’ dell’AEEG  calcolano di trasferire in futuro nelle tasche del gestore di rete, altri 13 € per ogni mille kwh che noi fotovoltaici produciamo!

Per precisione dice AEEG a pag. 8 del DCO183 :

“A titolo d’esempio, se la quantità di energia elettrica a cui si applica la parte variabile della componente A3 si riducesse da 264 TWh a 200 TWh, il suo valore medio unitario aumenterebbe più del 30% rispetto a quello attuale, cioè passerebbe da 42 €/MWh a circa 55 €/MWh (quindi, pur a parità di oneri totali da coprire tramite la componente A3, i clienti finali per i quali non trovano applicazione le agevolazioni tariffarie vedrebbero aumentare il valore unitario ad essi applicato).”

Ovvero tradotto:
“Noi autorevoli autoritari  dell’AEEG scaricheremo sull’SSP nuovi costi corrispondenti a nuovi 64 TWh stimati, facendo finta che questi TWh siano realmente tutti autoprodotti e autoconsumati con lo SSP.  Con questa congettura, se la sola componente A3 venisse spalmata solo sui clienti ‘normali’ che acquistano i restanti 200 TWh, per questi clienti tradizionali il costo pro-capite della componente tariffaria A3 (da dare a Terna S.p.A.) provocherebbe un aggravio di oltre il 30% della componente A3  in bolletta, con le eventuali rogne da parte delle associazioni dei consumatori.
Di conseguenza, noi dell’AEEG riteniamo che, per non fare scattare questi aumenti sull’utenza tradizionale, la componente A3 deve essere ciecamente scaricata sui produttori FV muniti di SSP, cioè anche quando la rete pubblica non la usano per niente. (tanto loro non reclameranno mai)”

Ma è qui che vogliamo inchiodare una prima volta AEEG, perchè l’ipotesi (e i conteggi che fa) sono platealmente  smentiti dal rapporto GSE pubblicato l’8 maggio 2013 (lo potete trovare QUI).

Secondo la pag. 31 di tale rapporto, AEEG dovrebbe sapere che “Nel 2012 la produzione degli impianti fotovoltaici in Italia ha raggiunto 18.862 GWh”. Altro che i 64 TWh  ‘erroneamente ipotizzati’ nel DCO 183.

Ma non è tutto. Il citato rapporto precisa a pag. 40 che “...Nel 2012 il GSE ha inoltre ritirato energia dagli impianti convenzionati in Scambio sul Posto. Per questi i dati non sono al momento disponibili...”

Cioè, se il GSE non è in grado di precisare nel 2012... come fa AEEG a ipotizzare credibilmente nel 2013?

Di fronte a questa imprecisabilità l'Authority avrebbe dovuto allora riferirsi almeno all’ultimo rapporto GSE disponibile, quello del 2011 (QUI), dove viene detto a pag. 105 che l’energia scambiata con lo SSP è stata solo di 4 TWh (dicasi quattro) e per la precisione il 48,7% dell’energia solare ritirata, che è stata complessivamente di 8,6 TWh.

È per questo, che con gli amici dell’ IO CI SONO, il Blog sostiene che se lo SSP deve pagare la rete, noi USSP la dovremmo pagare esclusivamente per quei 4TWh ufficialmente attribuiti allo scambio sul posto, che rispetto ai 264 TWh sono solo l’1,5% del totale. In altri termini DEVONO restituirci il restante 98,5% delle bollette, dal momento che l’uso della rete incide soltanto per l’1,5%.

Dunque, se nel 2012 dopo ben 5 Conti Energia (incentivazioni), l’intera produzione fotovoltaica nazionale è stata di 18.8 TWh, com’è possibile che AEEG ipotizzi seriamente che nel 2013 salti di colpo a 64 TWh quando, fra l’altro, le incentivazioni dei Conti Energia non ci sono neppure più?

E poi secondo gli ultimi dati disponibili, se i TWh fatti passare dalla rete con lo SSP sono soltanto 4 (quattro), com’è possibile ingigantirli a 64 TWh, cioè sedici volte di più ?

Sono questi gli ‘specialisti’ di AEEG?

Ma c’è un secondo e più grave profilo che inchioda gli autoritari AEEG alle loro manovre, e cioè la già avvenuta diminuzione del 60% degli acconti SSP 2013.

Ricordo che nel mese di maggio 2013 gli acconti SSP si sono gravemente ridotti, perchè una manina regolatoria ha modificato il parametro α (altro parametro messo in pista da AEEG che si baserebbe su certi dati statistico-storici (v. dettagli nel post QUI).

Fin da subito il blog ritenne poco credibile un tracollo del 60% e suggerì di chiedere spiegazioni al GSE.
C’è chi l’ha fatto, ottenendo la seguente risposta


RISPOSTA GSE -

Ovviamente  in mancanza di dati nessuno, e neanche il Blog nel post del 25/5/13 (QUI), poteva dedurre quale dei due fattori  β o γ  fosse variato.

Tuttavia rispondendo alla specifica domanda, il GSE il 23 luglio 2013 precisò che a far diminuire il prodotto   α = β*γ   dell’acconto fu il fattore β , e cioè il coefficiente che tiene conto della quota di energia elettrica annualmente prodotta e autoconsumata da tutti gli USSP. Anzi, disse di più.

Aggiunse che questa diminuzione era stata approvata dall’Authority !!!! Quindi AEEG sapeva!

Ma allora, come fa la coerenza di AAEG a ipotizzare un fantasioso aumento di 16 volte dell’energia riconducibile all’SSP e contemporaneamente approvare la diminuzione del fattore  β che ne misura la consistenza ?

Ho detto contemporaneamente,  perchè nello stesso mese di maggio 2013 in cui AEEG approvava il tracollo degli acconti SSP, AEEG emanava anche il famigerato DCO183, con l’errore di stima delle 16 volte, con cui vorrebbe scaricare  sul groppone degli USSP i costi delle seguenti componenti tariffarie A:
·  componente A3: promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate;
·  componente A4: finanziamento dei regimi tariffari speciali;
·  componente A5: finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo;
·  componente A6: copertura dei costi già sostenuti dalle imprese e non recuperabili in seguito alla liberalizzazione del mercato elettrico.

Sì, avete letto bene, anche “i costi già sostenuti dalle imprese e non recuperabili in seguito alla liberalizzazione del mercato elettrico” !!!!!

Per quanto riguarda il futuro dell’SSP, cioè dei nostri risparmi investiti nel FV, mi pare che si debba concordare assolutamente con l’amica Olga : “...se non si fa il primo passo (per reagire, ndr) non succederà nulla anzi.. finiranno con il rovinarci del tutto!”

Coraggio, uniamoci e muoviamoci, non c'è altro tempo da perdere.

Alessandra