Noi, che siamo famiglie. Noi, che abbiamo un impianto fotovoltaico con lo scambio sul posto (SSP). Noi, che siamo una risorsa inesauribile per le società elettriche!!!! CLICCA QUI


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domenica 29 dicembre 2013

NOI, CHE SIAMO FAMIGLIE. NOI, CHE ABBIAMO UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO CON LO SCAMBIO SUL POSTO (SSP).NOI, CHE SIAMO UNA RISORSA INESAURIBILE PER LE SOCIETA' ELETTRICHE!!!!

Noi, che siamo famiglie. Noi, che abbiamo un impianto fotovoltaico con lo scambio sul posto (SSP). Noi, che siamo una risorsa inesauribile per le società elettriche!!!!

 

Da quando noi famiglie abbiamo deciso di investire i nostri risparmi nel fotovoltaico, per produrci  la nostra energia e renderci indipendenti, attraverso lo SSP (Scambio sul Posto), le Authority, contravvenendo ad ogni patto, sono intervenute a posteriori più volte, cambiando le regole e facendo evaporare i nostri risparmi/investimenti. Come?

Famiglie con impianto fotovoltaico con lo scambio sul posto
Non potendoci addebitare in bolletta i costi della energia, perché ce la producevamo da soli, hanno dilatato gli oneri di rete attraverso il diabolico criterio di calcolo della ‘quota-pro-die’ (il Blog lo trattò QUI).
Inoltre il 24 ottobre, agli oneri di rete, è stata aggiunta una nuova componente di sistema, la ‘AE’ istituita dall’Authority con delibera 467/2013/R/EEL che trovate QUI.

Il risultato, sperimentato da tutti, è che questi costi sono ormai superiori a quelli  dell’energia stessa, e così, senza tema di smentita continuiamo a pagare bollette sempre crescenti, anzi siamo quelli che paghiamo di più in Europa.

L’amico Andrea, che ringrazio, ha segnalato in un commento lasciato nel blog, questo istruttivo  LINK, che dimostra - con calcoli molto accurati - come con lo SSP otteniamo un rimborso al massimo di 0,15€/kwh mentre, a causa dei costi di rete e di sistema, ci fanno pagare in bolletta anche 0,30/0,33€/kwh, e a volte anche più.


Per difenderci dai costi della rete,  il 17 settembre 2013 il Blog con il post  FOTOVOLTAICO MORIBONDO INSIEME ALLO SCAMBIO SUL POSTO (SSP)! STANNO UCCIDENDO IL FOTOVOLTAICO!annunciò l’intenzione di realizzare un MINIsistema di accumulo.

Sarà un caso, ma il GSE (che ci controlla!) il 20 settembre stoppò subito l’idea con un comunicato web dal tono minaccioso nei seguenti termini: "Chi installa un sistema di accumulo rischia di perdere gli incentivi, anzi, di restituire anche quelli già ricevuti. " Il comunicato è QUI

Un intervento, quello del GSE, troppo consequenziale, immediato e  truculento allorchè vietò ogni   operazione:“... come ad esempio la ricarica dei sistemi di accumulo tramite l’energia elettrica prelevata dalla rete.”  (ma quando ricarichiamo il cellulare non potrebbe essere anche questo un accumulo?).

Secondo il DCO 19-12-13 dell’Authority, i conti energia 2, 3 e 4 (cioè il 75% degli impianti familiari) avrebbero dovuto essere fin da subito esclusi dalla diffida, mentre il conto energia 1 sarebbe incompatibile con l’accumulo e il conto energia 5 avrebbe necessitato solo di strumenti di misura aggiuntivi per potere accumulare.
Come segnalato dall’amico Antonio, la questione,  ha provocato anche la presentazione dell’interrogazione parlamentare 4-02184, da parte dell’On. Realacci che trovate QUI.
Ognuno potrà costatare di persona che,  il Ministro dello Sviluppo Economico, ad oggi,  non ha ancora trovato il tempo di  rispondere all’interrogazione, malgrado ben 3 solleciti, di cui l’ultimo poco prima di Natale.

Nel frattempo, però, l’Authority ha ritenuto di intervenire, almeno a sentire la delibera consultiva 613-2013-R-EEL  (si trova QUI).
Questo provvedimento pare non promettere nulla di buono, quando ipotizza, a pagina 6, di  “...definire opportune disposizioni, al momento mancanti, con particolare riferimento alle modalità di applicazione delle tariffe di trasmissione, di distribuzione e degli oneri generali di sistema per l'energia elettrica destinata ad alimentare i sistemi di accumulo...”.

Inoltre, se anche una famiglia intendesse stoccare parte della produzione verde del proprio impianto FV, dotato di SSP, l’eventuale sistema di accumulo verrebbe normativamente trattato alla stregua di “... un vero e proprio impianto di produzione di energia elettrica...alimentato da fonti NON rinnovabili (art. 38bis.1)”.

Il pretesto individuato dall’Authority consiste nel fatto che con l’SSP si è collegati ... alla rete pubblica.
Luminoso esempio di burocrazia: nella batteria entra energia verde ed esce sporca.Luminoso quasi quanto quello di averci resi dal 2009 pagatori di bollette anche quando siamo autosufficienti elettricamente.


Sorge il dubbio che l’attribuzione/equiparazione del  sistema di accumulo ad ‘impianto di produzione non alimentato da fonte rinnovabili’, da parte dell’Authority, possa servire a non  fare riconoscere le detrazioni fiscali per l'acquisto delle batterie di stoccaggio, o peggio, a costringerci ad aprire la Partita Iva...


Inoltre, così come è stata articolata, questa “delibera” ha tutta l’aria di ostacolare la conservazione in proprio dell’energia, per costringerci a restare collegati alla rete, e dover continuare a pagarne i relativi costi esorbitanti.

La rete pubblica, per la sua arretratezza gestionale e strutturale, è infatti diventata un comodo alibi sulla quale scaricare costi affatto trasparenti, come documentato nel post del 25-8-13 QUI     
Rendere funzionale la rete, significherebbe per i colossi elettrici, privarsi dell’alibi e dover rischiare di smontare la ‘macchina dei soldi “ della QUOTA-PRO-DIE.

Di proposte ce ne sarebbero.
Una per esempio viene dal Politecnico di Milano (si trova QUI)  che  avrebbe indicato la soluzione nella possibilità offerta dalla SMART-GRID (rete furba di distribuzione locale della produzione diffusa di energia FV).
Con questo progetto si dovrebbero cambiare centinaia di cabine elettriche primarie (dove  i gestori di rete possano mettere a disposizione dei singoli fotovoltaici, moduli di accumulo come prevede l’art. 11 lett. D, DM 5-7-12) e decine di migliaia di quelle secondarie, ed inoltre centri operativi di controllo evoluti, infrastrutture di ricarica, sistemi di accumulo, protezioni, sensori, tecnologie per la comunicazione e sistemi di gestione e controllo. Il tutto con un costo di 3-10 mld di €.

Ma questo salverebbe le famiglie fotovoltaiche con SSP dagli oneri di rete e QUOTA-PRO-DIE ?
Su chi verrebbero spalmati quei 3-10 mld di € di investimenti ?
Si toglierebbero forse dagli extraprofitti dei colossi elettrici?
Non è forse vero che la delibera dell’Authority n. 570/12, che ha massacrato lo SSP, vedi il post QUI, è figlia del citato DM 5-7-12, che ha rivisto al ribasso il nostro trattamento col pretesto della ‘semplificazione’?

Non possiamo farci illusioni e dobbiamo trovare la soluzione alla nostra situazione, minimizzando gli esborsi per le bollette, che dobbiamo pagare anche quando siamo autosufficienti.
Per fare questo è stato avviato, con l’installazione del primo prototipo in Lombardia, il progetto del MINIsistema di accumulo – MINI già a partire dal prezzo -, ma che ha LO SCOPO di renderci indipendenti per 8 mesi all’anno.

Agli amici dell’IO-CI-SONO che mi hanno comunicato di essere interessati a questo progetto, invierò presto una seconda circolare con maggiori dettagli, faccio presente che i test finali (quelli con i numeri) non si potranno avere fino a primavera. 

Tengo a precisare, che  il Blog NON vende nulla, ma l’impegno è rivolto a fornire notizie, risposte  e qualche volta anche raccomandazioni.


Alessandra
alessandraperfotovoltaico@hotmail.it